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Buongiorno, vi sottopongo un dubbio.
Il D.M. 14/01/08 indica, tra gli altri, quale elemento per l'esclusione della verifica a liquefazione eventi sismici attesi di magnitudo M (non meglio precisata) inferiore a 5.
Dato che la verifica è naturalmente sitospecifica credo si debba stimare la magnitudo al sito a partire dai dati di disagreggazione che forniscono per i nodi del reticolo di riferimento nazionale coppie M-D compatibili con l'accelerazione stimata al sito, o almeno così ho fatto finora. Ho visto però recentemente diverse relazioni di colleghi in cui si considera la magnitudo massima stimata per la zona sismogenetica di appartenenza, indipendentemente dalla distanza; che ne pensate?

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Soildata, c'è una discussione pregressa specifica al proposito, forse riesci a trovarla con la funzione di ricerca.
Personalmente, è una questione senza risposta univoca semplicemente perché la normativa non impone niente. quindi:
Massima cautela: max magnitudo attesa da zonazione INGV
Tutela legale: media magnitudo attesa da disaggregazione

Con vari comportamenti intermedi adottando vari percentili, ecc.

Un collega, credo fosse Carlo Caleffi, faceva notare che con la max magnitudo attesa i risultati appaiono eccessivamente cautelativi, questo da osservazioni e back analysis nella zona di Modena-Ferrara, con episodi di liquefazione realmente accaduti.


"Data speak for themselves" -Reverend Thomas Bayes 1702-1761
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http://www.geoforum.it/ubbthreads.php?ubb=showflat&Number=118132&page=15
In questo post ho individuato tramite back analysis il 90° percentile della curva cumulativa di accadimento determinata per sommatoria delle varie percentuali con metodo disaggregazione da http://esse1-gis.mi.ingv.it/


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Mi sono riletto tutta la discussione pregressa che ho trovato molto interessante, ma che non ha risolto il dubbio esposto, forse non molto chiaramente.
Quello che volevo dire è che oltre alla Magnitudo epicentrale(che sia media, mediana o 90%ile), riportata in corrispondenza di ogni nodo dela maglia, nelle analisi credo si debba tenere conto anche della distanza dell'epicentro dal nodo stesso applicando una qualche legge di attenuazione; se non ho capito male, ma qui gli esperti potranno venire in mio soccorso, i valori risultanti dall'analisi di aggregazione sono da intendersi come Magnitudo epicentrali di eventi occorsi a determinate distanze, compatibili con le accelerazioni stimate al nodo, e non già come i valori di Magnitudo attesi al nodo stesso.
Roberto

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Può esserti utile la relazione di Sabetta e Pugliese (valida per terremoti con Mw >4,6 e <6,8)?


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(Robert Frost)
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Originariamente inviato da: SoilData Services srl
Quello che volevo dire è che oltre alla Magnitudo epicentrale(che sia media, mediana o 90%ile), riportata in corrispondenza di ogni nodo dela maglia, nelle analisi credo si debba tenere conto anche della distanza dell'epicentro dal nodo stesso applicando una qualche legge di attenuazione; se non ho capito male, ma qui gli esperti potranno venire in mio soccorso, i valori risultanti dall'analisi di aggregazione sono da intendersi come Magnitudo epicentrali di eventi occorsi a determinate distanze, compatibili con le accelerazioni stimate al nodo, e non già come i valori di Magnitudo attesi al nodo stesso.
Roberto


Gli istogrammi di disaggregazione sono da intendersi come funzione di distribuzione bivariata data dai contributi alla pericolosità di iesimi eventi con coordinate Mi-Ri.

Però io ti faccio una controdomanda, dov'è che nelle formule della verifica della liquefazione compare la distanza R, o un qualsiasi fattore influenzato dalla distanza R?? A parte la Mw, che però compare già esplicitamente nella disaggregazione.

Nella disaggregazione, ogni nodo hai una matrice con un valore, espresso in %, del contributo per ogni coppia M-R. Oltre all'epsilon che trascuriamo.

Per cui, nella RSL vai a cercare il sisma di input con M-R che siano compatibili con M-R al nodo.
Nella liquefazione però è diverso, la Mw che è l'incognita nelle verifiche, non è funzione di R per cui i contributi di R per ogni M si sommano.
Il motivo della non dipendenza da R nella liquefazione è che la distanza dal sisma del punto nodale (il sito) non influenza le verifiche di liquefazione, che non contemplano generalmente le caratteristiche del segnale che possono essere modificate dalla distanza epicentrale. Questo a differenza della RSL.
Se poi vogliamo eseguire la verifica della liquefazione ricavando alcuni parametri con la RLS (r_d, CSR, ecc) allora prima utilizzeremo la coppia MR per trovare i segnali spettro compatibili e poi la sola Mw per avere il dato da introdurre nelle verifiche di liquefazione.


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Originariamente inviato da: pasionaria
Può esserti utile la relazione di Sabetta e Pugliese (valida per terremoti con Mw >4,6 e <6,8)?


In questa maniera però dovresti basarti su una o più strutture individuate a priori da te (dal database DISS ad esempio) e stabilire la Mw attenuata a partire dalla Mw della faglia attiva o delle faglie attive più vicine al sito. Credo possa essere fatto, forse in maniera più laboriosa della disaggregazione, che dovrebbe avere già effettuato queste operazioni (ma che a volte nella realtà non sono tanto coerenti con la sismotettonica, tanto che a volte mi chiedo se le apparentemente esagerate obiezioni di Mulargia non siano in gran parte fondate)-


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Per ritornare al quesito originale, perché non posti il grafico di disaggregazione del tuo sito? Così discutiamo il tuo caso specifico. Può darsi che il contributo alla Mw proveniente da siti lontani (M grande) sia trascurabile per cui Mw<5, senza bisogno di lunghi e controversi threads.


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Credo che in realtà gli istogrammi di disaggregazione siano da intendere come funzione di distribuzione bivariata data dai contributi alla pericolosità di iesimi eventi con coordinate Mi-Ri compatibili con il valore di accelerazione atteso al sito; pertanto i valori di magnitudo non sono relativi al sito ma alla sorgente posta ad una certa distanza. Ne consegue quindi che per avere un valore di magnitudo al sito compatibile con l'accelerazione attesa, da utilizzare per le analisi di liquefazione, si debba in qualche modo ridurre il valore definito alla sorgente con una legge di attenuazione tipo Sabetta-Pugliese. Non è forse vero che la distanza dall'epicentro attenua l'energia dell'evento? Se si utilizzasero direttamente i valori ottenuti dalla disagreggazione delle Pga attribuiremo al sito valori di magnitudo incompatibili con la Pga perchè relativi ad eventi con epicentro posto ad una certa distanza dal sito.
Roberto

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Riporto il valore della Magnitudo valutato con gli istogrammi di disaggregazione per un'area compresa tra Modena e Medolla (sisma 2012, Mw 5.9). Cosa ne pensate del valore di Magnitudo 4.95?

8036021 Medolla V 4.94 9 4.75 5
8036022 Mirandola D 4.95 12 4.75 5

Amedeo

Immagini allegate
TRA MIRANDOLA E MEDOLLA.pdf (131.79 KB, 54 download)

Ognun vede quel che tu pari, pochi sentono quel che tu sei – Niccolò Machiavelli
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