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Ad aprile del 1998 ho redatto una relazione Geologica e Geotecnica, per la costruzione di un fabbricato agricolo in prossimità del Municipio di Manoppello (PE), l’area sulla quale insisteva il fabbricato non era soggetta a vincoli ed era riportata come edificabile. A seguito degli eventi meteorologici negativi del 2003, per i quali fu dichiarato lo stato di calamità naturale, la casa subì una lieve inclinazione a monte, mai quantificata ma dell’ordine di qualche centimetro. Non entro nei particolari tecnici su cui ci sarebbe molto da discutere, non sono questi i motivi per i quali sto scrivendo. Ad aprile di quest’anno sono stato condannato dal Tribunale di Pescara (sentenza n. 390-2016), in solido col Comune di Manoppello (PE), a risarcire i danni. Essi ammontano a circa 182.000 Euro per me, altrettanti per il comune di Manoppello più le spese di giudizio. La cifra complessiva è di oltre 250.000 Euro. Altri 400.000 Euro sono stati stanziati dalla Regione Abruzzo per la mitigazione del rischio idrogeologico nell’area del fabbricato. In totale lo sbandamento minimo, subito dalla costruzione agricola, è costato circa 700.000 Euro. Per fortuna, sono stato lasciato indenne e la spesa è stata accollata alla mia Assicurazione che ha già liquidato più del dovuto. Il Comune ricorrerà in secondo grado. Fin qui, a parte l’abnorme risarcimento, non c’è nulla di fantasioso. Però, fin dall’inizio, mi sono posto una domanda, cui non ho avuto mai risposta. Il Geologo era un “consulente” del progettista che, nel mio caso, coincide con il d.d.l.; egli stesso, deve redarre una relazione geotecnica che descrive le interazioni “terreno-struttura” Ebbene, questa figura non è stata affatto citata in processo , la relazione geotecnica del progettista non è stata minimamente esaminata ne’ menzionata. L’architetto, in parola, ha preso la sua parcella, ma le responsabilità sono state “ex abrupto” attribuite direttamente al Geologo. Questi, che con la sua relazione è ben lungi, ovviamente, dal percepire il compenso del direttore dei lavori. Se la Legge fosse stata rispettata (e questo è facilmente verificabile leggendo il c.c. art. 1669 e successivi) l’ Impresa è il D.d.l. potevano intervenire, a richiesta del proprietario, sullo sbandamento con rimedi che sono ormai acquisiti dalla scienza delle costruzioni ed, in seguito, dimostrando l’eventuale errore del Geologo, rifarsi in forma regressiva su di esso, intanto i danni sarebbero certamente stati enormemente limitati. Sono state male conteggiate le prescrizioni maturate, non sono stati considerati tutti i grandi pasticci creati dalla committenza (come riporti in adiacenza delle fondazionì, pozzo per l’acqua realizzato in luogo improprio senza avvisare nessun ecc..) Non sono state , altresì seguite le raccomandazioni esecutive del geologo. Purtroppo non seguendo la procedura dettata di Legge, ho avuto ogni strada preclusa (non ero il d.d.l) non ho potuto intervenire ed ho dovuto assistere impotente alla crescita della somma in modo esponenziale per cui la mia Ass.ne ha dovuto risarcire anche danni che non esistevano, difendendomi,oltretutto, da una citazione ingiusta ed infamante. Spero che questa testimonianza abbia il potere di scuotere le acqe e fare in modo che nessuno dei colleghi cada in questi laghi di pece bollente. Per me ormai la carriera è finita e non posso combattere oltre. Ringrazio infine di cuore e senza odio assieme alla mia famiglia, il collega Geologo che ha redatto l ‘ A.T.P. ma non gli auguro niente di buono.

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Ad aprile del 1998 ho redatto una relazione Geologica e Geotecnica, per la costruzione di un fabbricato agricolo in prossimità del Municipio di Manoppello (PE), l’area sulla quale insisteva il fabbricato non era soggetta a vincoli ed era riportata come edificabile. A seguito degli eventi meteorologici negativi del 2003, per i quali fu dichiarato lo stato di calamità naturale, la casa subì una lieve inclinazione a monte, mai quantificata ma dell’ordine di qualche centimetro. Non entro nei particolari tecnici su cui ci sarebbe molto da discutere, non sono questi i motivi per i quali sto scrivendo. Ad aprile di quest’anno sono stato condannato dal Tribunale di Pescara (sentenza n. 390-2016), in solido col Comune di Manoppello (PE), a risarcire i danni. Essi ammontano a circa 182.000 Euro per me, altrettanti per il comune di Manoppello più le spese di giudizio. La cifra complessiva è di oltre 250.000 Euro. Altri 400.000 Euro sono stati stanziati dalla Regione Abruzzo per la mitigazione del rischio idrogeologico nell’area del fabbricato. In totale lo sbandamento minimo, subito dalla costruzione agricola, è costato circa 700.000 Euro. Per fortuna, sono stato lasciato indenne e la spesa è stata accollata alla mia Assicurazione che ha già liquidato più del dovuto. Il Comune ricorrerà in secondo grado. Fin qui, a parte l’abnorme risarcimento, non c’è nulla di fantasioso. Però, fin dall’inizio, mi sono posto una domanda, cui non ho avuto mai risposta. Il Geologo era un “consulente” del progettista che, nel mio caso, coincide con il d.d.l.; egli stesso, deve redarre una relazione geotecnica che descrive le interazioni “terreno-struttura” Ebbene, questa figura non è stata affatto citata in processo , la relazione geotecnica del progettista non è stata minimamente esaminata ne’ menzionata. L’architetto, in parola, ha preso la sua parcella, ma le responsabilità sono state “ex abrupto” attribuite direttamente al Geologo. Questi, che con la sua relazione è ben lungi, ovviamente, dal percepire il compenso del direttore dei lavori. Se la Legge fosse stata rispettata (e questo è facilmente verificabile leggendo il c.c. art. 1669 e successivi) l’ Impresa è il D.d.l. potevano intervenire, a richiesta del proprietario, sullo sbandamento con rimedi che sono ormai acquisiti dalla scienza delle costruzioni ed, in seguito, dimostrando l’eventuale errore del Geologo, rifarsi in forma regressiva su di esso, intanto i danni sarebbero certamente stati enormemente limitati. Sono state male conteggiate le prescrizioni maturate, non sono stati considerati tutti i grandi pasticci creati dalla committenza (come riporti in adiacenza delle fondazionì, pozzo per l’acqua realizzato in luogo improprio senza avvisare nessun ecc..) Non sono state , altresì seguite le raccomandazioni esecutive del geologo. Purtroppo non seguendo la procedura dettata di Legge, ho avuto ogni strada preclusa (non ero il d.d.l) non ho potuto intervenire ed ho dovuto assistere impotente alla crescita della somma in modo esponenziale per cui la mia Ass.ne ha dovuto risarcire anche danni che non esistevano, difendendomi,oltretutto, da una citazione ingiusta ed infamante. Spero che questa testimonianza abbia il potere di scuotere le acqe e fare in modo che nessuno dei colleghi cada in questi laghi di pece bollente. Per me ormai la carriera è finita e non posso combattere oltre. Ringrazio infine di cuore e senza odio assieme alla mia famiglia, il collega Geologo che ha redatto l ‘ A.T.P. ma non gli auguro niente di buono.



Mi spiace veramente. Per quello che può servire, manifesto tutta la mia comprensione..

Ad ogni modo sono sconcertato. Certo, come hai fatto notare, bisognerebbe entrare nel merito tecnico della vicenda sulla quale in base alle date (prestazione professionale 1998, eventi del 2003, sentenza del 2016!) si può arguire che
1) deve essere stata particolarmente complessa
2) la controparte ha fatto una bella confusione per imbambolare il giudice, strategia che ha avuto successo.
Se poi l'area non presentava problemi al momento della redazione della relazione geologica, ma questi sono stati persino catalogati come "calamità naturale", e se non è stato nemmeno stata applicata correttamente la legge, dietro c'è sicuramente qualcosa e fa bene il comune a resistere in secondo grado.
Forse l'impresa era di amici e parenti, che hanno progettato bene dove andare a scaricare il barile.
Fa molta rabbia vedere come in questo paese di mèrda, la giustizia faccia pena e fino a ritorcersi verso i soggetti più piccoli.


Ultima modifica di anticlinale; 14/11/2016 08:45.

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Grazie Anticlinale, purtroppo il Comune che ha perso in prima istanza anche contro di me, cerca ancora una volta di attribuirmi tutta la colpa (che io non ho come anche attestato dal perito mandato dall'assicurazione). Ciao Spirifer

Immagini allegate
Diapositive.rar (1.44 MB, 54 download)
Ultima modifica di Spirifer; 14/11/2016 11:46.
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Sono ancora più sconcertato, 700mila euro per un inclinazione di 4 cm, nemmeno fosse crollata la casa ci sarebbe quel valore, di per se un fabbricato bifamiliare (e magari accatastato come rurale) di scarso pregio costruttivo, roba da pazzi
strano paese l'italia, da una parte un agricoltore ha la (s)fortuna di avere un problema di cedimenti legato a pocci in fase di cantiere, e lo stato gli regala mezzo miliardo di lire rovinando al contempo una famiglia, dall'altra un'intera provincia viene rasa al suolo da un terremoto e lo stato fa fatica a tirargli fuori un container con un bagno ogni dieci famiglie.
Ecco perchè questo è un paese di mèrda.

comunque mi sembra che sia fatta confusione, dallo schemino delle diapositive più che una frana sembra un cedimento da sovraccarico, in quel senso anche il contributo del terreno di riporto potrebbe aver giocato un ruolo; l'idea di costruire un pozzo disperdente in uno strato litologico scarsamente permeabile è stata poco lungimirante per dire un eufemismo (non credo che sia stata una tua prescrizione, e il fatto che il geologo CTP non abbia detto nulla al riguardo è molto sospetto.


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Premesso che dispiace dell'accaduto ecc..Non si capisce bene dall'illustrazione e dalle sezioni e foto la tua reponsabilità. "Se hai dato la capacità portante il progettista l'ha rispettata? E' evidente che si tratta di un cedimento immediato pertanto dovresti allegare la tua relazione anche in forma anonima in modo che possiamo capire realmente dove la controparte si è aggrappata. Saluti vitogeo.

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Ciao,
mi spiace molto leggere queste disavventure di colleghi, soprattutto se enormemente accentuate ( o integralmente causate) da altri consulenti "colleghi".
Mi chiedo:
1)dopo i 10 anni la responsabilità civile non cessa?O la responsabilità è a vita?
2) Il riporto è stato messo durante/dopo la costruzione?Quindi dopo il termine della tua prestazione?
Un abbraccio
Vito


Non si dicono mai tante bugie quante se ne dicono prima delle elezioni, durante una guerra e dopo la caccia. (Otto von Bismarck)
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La prescrizione dovrebbe intervenire dopo 10 anni, non è chiaro però da quando parte, secondo il giudice al termine della costruzione, cio' significa che potrebbe partire con diversi anni di ritardo (anche fittizi).Il tempo dell'ATP non dovrebbe essere considerato come interruttivo, come da alcune sentenze della Cassazione, ma non tutti sono a conoscenza di queste sentenze e l'ATP solitamente viene prorogato anche per anni. Secoondo la legge in caso di scoperte di difetti di costruzione responsabili, in solido sono l'impresa ed il d.d.l, la segnalazione deve essere fatta subito, ed entro un anno si prescrive. E' naturale che gli unici a poter porre rimedio ad eventuali difetti sono questi ultimi. Il Comune è invece il "custode del territorio" quindi garante per il "Piano regolatore". Sia il riporto che il pozzo sono stati fatti dopo la mia relazione ed a mia totale insaputa, e senza alcuna autorizzazione. mentre non sono state affatto rispettate le opere di consolidamento che io avevo prescritto nella relazione. Tra l'altro da vecchie fotogrammetrie ho rilevato nell'area l'esistenza di una costruzione analoga demolita pochi mesi prima.
Saluto e ringrazio tutti i colleghi che mi hanno dato conforto.

Immagini allegate
Ultima modifica di Spirifer; 15/11/2016 21:49.
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Volevo aggiungere che la capacità portante è stata rispettata. Vorrei tanto scrivere agli ordini degli Ingegneri e degli Architetti, ed al CSLP riportando loro il fatto. Naturalmente a scambio di responsabilità dovrebbe corrispondere anche lo scambio del tariffario. Dimenticavo di dire che l'ATP ha dato indicazione di chiudere tutti i pozzi della zona, ma è stato molto succinto a riguardo (6 parole in tutto) e il Giudice non gli ha dato alcuna importanza. Il riporto effettuato argilloso limoso, ha dimensioni di circa 20 metri di lunghezza per 15 di larghezza e tre di altezza.
Saluti ai colleghi che mi sono stati vicini.

Ultima modifica di Spirifer; 15/11/2016 21:53.
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Volevo aggiungere che la capacità portante è stata rispettata. Vorrei tanto scrivere agli ordini degli Ingegneri e degli Architetti, ed al CSLP riportando loro il fatto. Naturalmente a scambio di responsabilità dovrebbe corrispondere anche lo scambio del tariffario. Dimenticavo di dire che l'ATP ha dato indicazione di chiudere tutti i pozzi della zona, ma è stato molto succinto a riguardo (6 parole in tutto) e il Giudice non gli ha dato alcuna importanza. Il riporto effettuato argilloso limoso, ha dimensioni di circa 20 metri di lunghezza per 15 di larghezza e tre di altezza.
Saluti ai colleghi che mi sono stati vicini.


La capacità portante è stata rispettata, ma l'azione del pozzo, che se si è capito bene dalle diapositive che hai postato e dalle tue spiegazioni, era disperdente e per di più disperdente in terreni a scarsa permeabilità, non solo una vera e propria ottusità, ma a prima battuta la più probabile causa del cedimento: il terreno deve aver bevuto acqua che non è riuscito a far defluire, il sedime di fondazione si è rammollito e ha perso resistenza al taglio, con la conseguenze viste.
Da quello che si è potuto intravedere hai tutte le carte a posto per ricorrere in appello e farti rivalere su tutti. Capisco che occorre energia, risorse, fiducia, ma se mancano oggi, non è detto che non debbano risollevarsi.. coraggio

Di solito il giudice è ignorante in materia, non può capire l'importanza del fattore acqua, dei carichi di riporto, eccetera. Si è fidato di un CTU che era evidentemente a) incompetente oppure peggio b) d'accordo con la controparte. Un buon avvocato avrebbe letto la sua "perizia" e sarebbe riuscito a spuntare la ricusazione. Non è detto che il perito che il giudice nomina per aiutarlo a decidere produca un rapporto che garantisca l'imparzialità tecnica o che garantisca di risalire alla realtà dei fatti e in tali situazioni l'accertamento tecnico deve essere ripetuto. Questo caso a mio parere era uno di quelli.


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Grazie Anticlinale per le tue parole che ho molto apprezzato, ho apprezzato anche il tuo supporto tecnico che è stato perfettamente coincidente con la mia linea di difesa (relazione e comparsa), purtroppo penso anch'io che il giudice non abbia capito adeguatamente o che non sia stato in grado di orientarsi. Adesso devo vedere cosa posso fare in appello. Vi terrò informati, ma si tratta di aspettare altri 4 o 5 anni, non so' come finirà, sto pensando di lasciar perdere tutto e ritirarmi in buona pace, succeda quel che succeda. Grazie di nuovo e state attenti nella professione........!!!!!

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