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Lo scopo di questo thread è quello di essere un rapido riferimento per le verifiche di stabilità con la nuova revisione della normativa. Gli elementi di confusione non sono pochi. Questo thread rimarrà bloccato alel discussioni ma apporterò eventualmente aggiunte in seguito ad osservazioni presentate nell'altro thread, dove tutti possono postare:

http://www.geoforum.it/ubbthreads.php?ubb=showflat&Number=145255#Post145255

Ringrazio mijasimo e AD70 che hanno dato la disponibilità a contribuire con osservazioni, critiche e discussioni.

Per favore non postate qui (questo thread rimarrà quasi sempre bloccato) ma nel thread indicato sopra.



"Data speak for themselves" -Reverend Thomas Bayes 1702-1761
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1)Pendii naturali in condizioni statiche
6.3.4, C6.3.4, C6.3.5

Parametri di resistenza:

-Congruenti con lo stato e l’evoluzione del cinematismo della frana
-Nelle situazioni più frequenti: valori post-picco
-Nel caso di possibile riattivazione: valori residui
-Valori caratteristici Xk di azioni e resistenze

Doppia verifica

-Verifica prima e dopo interventi di costruzione
-se Fs ante-operam<Fs post-operam, allora interventi di stabilizzazione


I dubbi sono numerosi:

-Bisogna effettuare la verifica su parte del pendio o sull'intero pendio naturale, dalla cresta al piede? Nel secondo caso cosa succede se il pendio fa parte del versante di una montagna con dislivello di varie centinaia o alcune migliaia di metri? Se la verifica va effettuata su parte del pendio, qual'è il tratto significativo?

-è specificato l'utilizzo dei valori caratteristici dei parametri geotecnici e delle azioni, ma con o senza i coefficienti parziali previsti dall'EC7? Dopo le NTC08 si assume che i gamma_M=1, ma che dire sull'incongruenza con l'EC7?
pratica attuale: utilizzare gamma_M e gamma_R unitari

-Come determinare phi o Cu post picco? phi_cv non è determinabile in laboratorio, almeno non esistono norme in merito. Va bene un generico phi post-picco? Come determinarlo? Phi di picco non appare più avere alcuna utilità, come pure Cu di picco. c' post picco generalmente è cautelativamente=0
Pratica attuale: probabilmente non uniforme. Unica certezza i parametri residui in presenza di piano di rottura esistente (frana attiva o riattivabile)

-La normativa parla di valori dei parametri di resistenta congruenti con lo stato e l’evoluzione del cinematismo della frana. Però... se non c'è frana, ossia il pendio non reca evidenze di franosità in atto, potremmo adottare i valori di picco...?? Scelta forse rischiosa dato che è la meno cautelativa.
phi post picco quantificabile con phi_cv ossia phi_cs in geotecnica è utilizzato per una progettazione cautelativa. Alla luce del suggerimento NTC2018 per i pendii naturali, allora la scelta di gammaM unitari appare logica per evitare una eccessiva cautela.

Certamente con l'uso dei parametri post-picco i gamma_M >1 probabilmente non permetterebbero la verifica quasi mai in terreni non rocciosi o cementati. Per cui l'utilizzo sempre di phi cv = phi a volume costante o allo stato critico è sempre raccomandato.
Anche se non è quasi mai possibile determinarlo con esattezza.


"Data speak for themselves" -Reverend Thomas Bayes 1702-1761
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2) Pendii naturali in condizioni sismiche
7.11.3.5.1,2,3


Quote:
La condizione di stato limite deve essere valutata con riferimento ai valori caratteristici dei parametri geotecnici e riferita alla
superficie di scorrimento critica, caratterizzata dal minore margine di sicurezza. L’adeguatezza del margine di sicurezza nei
confronti della stabilità del pendio deve essere valutata e motivata dal progettista.


C7.11.3.5
Quote:
Per i pendii naturali le verifiche di sicurezza devono essere effettuate utilizzando i valori caratteristici dei parametri di resistenza dei terreni e delle azioni. In altre parole, tutti i coefficienti parziali sono assunti unitari


Come per i pendii naturali in condizioni statiche, i coefficienti di sicurezza parziale gamma sono unitari per azioni e resistenze (e anche quelli locali apparirebbe, quantunque non specificato)

Per cui i cambiamenti dal metodo statico sarebbero i seguenti:

-Parametri di resistenza in condizioni dinamiche (fragilità, degradazione ciclica)

Quote:
7.11.3.5.2
Nelle analisi, si deve tenere conto dei comportamenti di tipo fragile, che si manifestano nei terreni a grana fina sovraconsolidati e nei terreni a grana grossa addensati con una riduzione della resistenza al taglio al crescere delle deformazioni. Inoltre, si deve
tener conto dei possibili incrementi di pressione interstiziale indotti in condizioni sismiche nei terreni saturi.


Il comportamento fragile si riferisce all'adozione di un valore post-picco in terreni dilatanti, analogamente al caso delle verifiche statiche.

-Introduzione di una componente orizzontale pseudostatica

quest'ultima rimane la stessa, con piccole differenze numeriche, da quella delle precedenti NTC08:

kh= beta*PGA*W

ossia kh= 0.2÷0.3*PGA*W

Ultima modifica di mccoy; 27/03/2019 21:40.

"Data speak for themselves" -Reverend Thomas Bayes 1702-1761
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mccoy #145433 13/04/2019 14:54
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PROCEDURA PER PENDII NATURALI CONDIZIONI STATICHE
FASE 1: verifica del pendio naturale

1)Scegliere il tratto di pendio da verificare (da crinale a piede se possibile, altrimenti un tratto significativo)
2)Adottare il più idoneo modello di verifica. La legge prevede i modelli LEM (equilibrio limite) e, ma solo come affinamento e non da soli, anche i modelli FEM
3)Identificare i parametri di resistenza che governano lo stato limite: residui per frane attive o riattivabili, post picco per terreni dilatanti, volume costante (ossia stato critico) per i terreni contraenti, valori di picco per i terreni intatti. Riferirsi al thread specifico per i dettagli:
http://www.geoforum.it/ubbthreads.php?ubb=showflat&Number=145423#Post145423
4)Assegnare i valori caratteristici ai parametri di resistenza così adottati e alla densità dei terreni, senza utilizzare i coefficienti parziali (gamma_M unitari)
5)Effettuare la verifica senza utilizzare il coefficiente di sicurezza globale (gamma_R unitario)
6)Scegliere discrezionalmente un FS minimo >=1
La norma non suggerisce alcun dettaglio in merito; una possibilità per evitare indesiderate soggettività, critiche e responsabilità legali sarebbe quella di adottare un FS minimo tale che sia rispettato l'ODF (over design factor) dell'EC7. questo comporta una discussione a parte. Se tuttavia i parametri di resistenza sono stati adottati seguendo le prescrizioni della norma e i valori caratteristici sono stati correttamente assegnati allora possiamo decidere sulla base della completezza dei dati. Pochi, dati, molte incertezze: FS minimo alto; molti dati, minori incertezze: Fs minimo minore, anche di poco superiore all'unità.
7)Se, tra tutte le superfici di scivolamento con dato fs, ogni fs>FS minimo, allora l'esito della verifica indica stabilità.
8)Passare alla fase 2: verifica in presenza della struttura di progetto.


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mccoy #145434 13/04/2019 14:56
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Questo thread è bloccato ma per ogni suggerimento, segnalazione di errori, dubbi, discussioni, per favore postare nel thread libero:

http://www.geoforum.it/ubbthreads.php?ubb=showflat&Number=145429#Post145429


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