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by Egidio Grasso, March 2
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Non saprei! E' che in linea di massima il §6.3.4 (margine di sicurezza ritenuto accettabile dal progettista) si lega abbastanza bene con il C6.3.5, mentre il §7.11.3.5 per la stabilità dei pendii sembra chiudere tutte le porte a FS<1 .
La Luna piena minchionò la Lucciola - Sarà l'effetto dell'economia, ma quel lume che porti è deboluccio... - Sì, - disse quella - ma la luce è mia! (Trilussa)
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Non saprei! E' che in linea di massima il §6.3.4 (margine di sicurezza ritenuto accettabile dal progettista) si lega abbastanza bene con il C6.3.5, mentre il §7.11.3.5 per la stabilità dei pendii sembra chiudere tutte le porte a FS<1 . Se la tua interpretazione fosse corretta non si potrebbe più fare una strada in montagna! A mio avviso è evidente che il legislatore ha contemplato la possibilità che un'opera possa essere realizzata in corrispondenza di un dissesto che non si può arrestare, ponendo due condizioni: - che vengano realizzate opere che mitigano/riducono il rischio - che la stabilità "locale" indotta dalla nuova opera sia comunque garantita
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Si, naturalmente è una lettura logica e condivisibile....... ma non credo così evidente; le contraddizioni C6.3.5-§7.11.3.5 (forse sottovalutate dal legislatore) andrebbero evitate in una norma tecnica. Il rischio è quello di sovraesporre i progettisti a contenziosi.
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Temo che risposta sia scontata...non lo inseguono, lo abbattono, poi forse si domandano chi era.. Comunque portare un mortaio da 120mm (tre pezzi) in spalla su e giù per le dolomiti non è mica da meno (non dimenticando il resto dell'equipaggiamento, incluso il FAL truppe alpine....) Scusate l'OT, ma Ah ah, sì, quello che governa non è la velocità delle persone, ma quella dei proiettili! E sono d'accordo con la prodezza degli alpini, ma ricordiamo che in Irak oltre ai mortai e alla dotazione regolare le truppe USA portavano addosso il carapace di ceramica, che non pesa poco, e d'estate forse ne ha ammazzati più il caldo che il fuoco nemico...
"Data speak for themselves" -Reverend Thomas Bayes 1702-1761 P(Ai|E)=(P(E|Ai)P(Ai))/P(E)
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Circa i casi con FS<1 rimango perplesso, come è possibile blindarsi in queste condizioni? Forse soltanto eseguendo un'analisi di vulnerabilità, dimostrando che il dissesto non causerebbe perdite di vite umane (ma come si fa ad esserne sicuri?). Un'analisi probabilistica, ma senza la soglia di probabilità??? Personalmente, mi esporrei solo per strutture non abitate. Allora andiamo un pò meglio, anche se la frana, per colmo di iella, può sempre interessare la strada quando passano dei mezzi...
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Personalmente, mi esporrei solo per strutture non abitate. Si, ovvio. E' vietato edificare su frane attive (almeno in ER)!!!
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Personalmente, mi esporrei solo per strutture non abitate. Si, ovvio. E' vietato edificare su frane attive (almeno in ER)!!! OK, non essendo specificato nelle NTC08 se le strutture possano essere abitate o meno, stavo avendo seri dubbi sulla applicabilità pratica di questo aspetto...
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Si discuteva in passato sull'estensione dell'area del pendio oggetto di verifica di stabilità da RIEPILOGO: Verifiche di stabilità NTC2018 -Bisogna effettuare la verifica su parte del pendio o sull'intero pendio naturale, dalla cresta al piede? Nel secondo caso cosa succede se il pendio fa parte del versante di una montagna con dislivello di varie centinaia o alcune migliaia di metri? Se la verifica va effettuata su parte del pendio, qual'è il tratto significativo? in merito, la definizione di ambito geomorfologico significativo data nel C6.3.2 è sufficiente a delimitare il settore che deve essere verificato? C6.3.2 MODELLAZIONE GEOLOGICA DEL PENDIO Lo studio geologico di un pendio naturale, finalizzato alla valutazione delle condizioni di stabilità, consiste nella definizione dell’assetto lito-strutturale, geomorfologico e idrogeologico del versante al fine di identificare i meccanismi e i cinematismi di rottura attuali o potenziali, nonché le possibili cause. Con tali riferimenti viene definito l’ambito geomorfologico significativo che corrisponde a quella porzione di territorio, identificabile cartograficamente sul terreno e delimitabile anche in profondità, nella quale sussistano assetti predisponenti ad una specifica tipologia di movimento franoso ed in cui i processi morfo-evolutivi di versante/fondovalle possano interferire direttamente o indirettamente con l’area d’interesse. ..........
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Potrebbe essere un'ottima idea riferirsi ad un altro articolo di normativa, però leggendo bene quella frase 'porzione di territorio...nella quale sussistano aspetti predisponenti ad una specifica tipologia di movimenti franosi...'.
Alla lettera, si tratterebbe di ambito nel quale ci sono effettivamente aspetti predisponenti, per cui l'ambito geomorfologico servirebbe a delimitare l'are in frana o predisposta ad una frana o alle sue conseguenze...
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Massimo Online1,780 Apr 8th, 2009
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