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Salve a tutti.

Non sono un esperto di ingegneria strutturale o geologia, bensì un semplice cittadino preoccupato per la sua incolumità, dovendo vivere in un condominio di muratura portate edificato negli anni 1950, in una citta di collina a medio-alto rischio sismico (PGA con tempo di ritorno 50 anni= 1,5 – 1,7 g). Purtroppo, come se non bastasse la situazione suddetta, sono rimasto impressionato dall’ipotesi - analizzata da umile profano - che la frequenza di risonanza dell’edificio possa corrispondere a quella del suolo, infatti:
•Secondo la formula semplificata del calcolo della frequenza di risonanza degli edifici 10 Hz / numero dei piani, per il mio condominio essa dovrebbe essere 1,42 Hz, dato che l’edificio ha 7 piani (tre dei quali seminterrati, nel senso che un lato dell’edificio è adiacente a un muro di contenimento della strada soprastante)
•Nella zona è stata fatta un’indagine di microzonazione sismica ed è stato individuato, in una zona delle con le stesse caratteristiche litologiche simili a quelle dove sorge il condominio in questione, un picco di h/v intorno agli 1.38 Hz

La domanda che pongo a voi esperti è: quanto mi dovrei preoccupare? E’ corretto immaginare che gli effetti di un eventuale sisma possano essere amplificati? Grazie.

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Intanto complimenti per l’approccio inconsueto per un non-esperto!

Quelli che ha indicato sono aspetti che non consentono di esprimere un giudizio, possono essere considerati dei sintomi che vanno accertati ed approfonditi con ulteriori analisi!

Gli elementi che concorrono alla risonanza suolo-struttura sono molto complessi e non possono essere ridotti al solo utilizzo di formule semplificate e misure H/V condotte in aree limitrofe (anche se simili per assetto geologico).

Ad esempio applicando la relazione semplificata proposta dalla circolare del 2019 alle norme tecniche si ha T=C*H^0.75 (T periodo, C=0.05 per strutture in muratura, H altezza costruzione dalle fondazioni); nel suo caso ipotizzando un’altezza per piano di 3.2 m si ottiene un T=0.51s quindi una frequenza prossima a 2Hz. Questo solo per dimostrare che le relazioni semplificate possono portare a valori anche molto differenti tra loro.

Le frequenze (periodi) propri di una struttura dipendono da numerosissimi fattori mentre le relazioni semplificate sono approssimative e fanno riferimento al solo periodo fondamentale. Analogamente le frequenze misurate negli studi di microzonazione sismica servono ad acquisire nozioni utili alla programmazione territoriale e spesso non possono essere traslate ad analisi alla scala del singolo fabbricato.


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L’approccio migliore per verificare la possibile risonanza suolo-struttura è quello di procedere con misure sperimentali delle frequenze proprie della struttura e del suolo.

Qualora fosse identificata la possibile risonanza suolo-struttura avremmo però solo l’indicazione che in caso di terremoto le frequenze possono coincidere e quindi potenzialmente interagire con maggior intensità rispetto alla condizione in cui non si verifica la risonanza. In ogni caso non avremmo nessuna indicazione relativa alla resistenza del fabbricato all'azione sismica la quale per essere definita dovrebbe essere valutata analiticamente e successivamente ad ulteriori indagini/analisi strutturali e geologico-sismiche.

Naturalmente le misure delle frequenze proprie della struttura e del suolo rappresentano il primo passo indispensabile ad un’adeguata analisi strutturale in condizioni sismiche. Purtroppo spesso non vengono eseguite proprio perché per le strutture la norma consente approcci atti a valutare tali frequenze in modo semplificato/approssimativo.....per la valutazione delle frequenze del suolo invece.......la norma tace!!!!!!!


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Ringrazio i geologi per le risposte e per essersi complimentati del mio approccio. Ne approfitto per chiedervi una delucidazione in merito al Piano di Assetto Idrogeologico: il mio condominio, come ho verificato online su un sito della Regione Abruzzo, risulta in area segnalata per rischio medio e pericolosità elevata. Cosa significa in termini “quotidiani”? Potete descrivermi l’entità del rischio che comporta? Tra l’altro altre mappe, come quella della microzonazione, danno indicazioni diverse. Grazie ancora.

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La presenza degli interrati, con ogni probabilità, va valutata differentemente, anche nella formula (di massima) da Lei utilizzata. I piani interrati infatti risultano vincolati e molto meno liberi di oscillare di quelli fuori terra. Questo chiaramente porta ad una frequenza propria della struttura differente nel caso in cui avessimo 7 piani fuori terra o 3 piani fuori terra. Come suggerito è possibile realizzare delle indagini, anche speditive, che possano rapidamente consentire la misura delle frequenze dei modi di vibrare della struttura.
Si rivolga ad un geologo della zona che opera nel settore delle indagini geofisiche e vedrà che probabilmente saprà aiutarla.

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La ringrazio, cercherò di far presente la questione nella prossima assemblea.


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