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by Egidio Grasso, March 2
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Ringraziando chi voglia intervenire, mi sarebbe gradito qualche Autorevole commento. Mi è stato commissionato un incarico per redigere uno studio geologico su una cavità tufacea occlusa dall’esterno. Sull’area dovrebbe sorgere un edificio di 4 piani. Per adesso, ho eseguito 7 carotaggi, posti lungo il perimetro e all’interno del fabbricato, spinti sino a 30 metri di profondità e tutti hanno riscontrato una cavità posta tra i 15-16 metri e i 24-26 metri (alta ben 11 metri) e larga circa 50 metri. La stratigrafia riporta da 0-5 metri: piroclastiti; da 5-14 metri: ghiaia calcarea alluvionale; da 14-15: tufo giallo (la volta che precede la cavità); da 25-26 metri materiale sciolto; da 27 a 30 metri tufo litoide. In 4 dei 7 sondaggi, posti al perimetro, la cavità viene localizzata tra i 18-22 metri al tetto e i 26 metri al letto, delineando una geometria a cupola su cui insisterebbe l’intero fabbricato. Poiché personalmente ritengo (e ho già riferito al committente) che l’area e l’intervento sono ad elevato rischio idrogeologico, mi chiedo se l’intervento stesso è fattibile ( e la sua evoluzione temporale) visto che eventuali pali (che sarebbero a questo punto di almeno 24 metri, con elevato moneto flettente e taglio) potrebbero sostenere il fabbricato, ma non prevenire eventuali crolli. Tenendo presente anche che il sottile litotipo tufaceo, della volta, funge da impermeabile relativo nei confronti del sovrastante strato ghiaoso, altamente permeabile, favorendo l’azione di degrado delle acque che si infiltrano (la falda è assente). Inoltre siamo in zona sismica di II categoria.
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Più che un commento autorevole ti servirebbe un aiuto qualificato tipo "effetto S. Gennaro".
Scherzi a parte, hai valutato la possibilità di riaprire l'accesso alla cavità e verificare le condizioni della volta ? si potrebbe ipotizzare un consolidamento della cavità prima della costruzione dell'edificio ?
Ciao e ....... auguri!
Egidio Grasso Coordinatore sito WEB www.geologi.itPuoi credere di farcela o credere di non farcela. In entrambi i casi i fatti ti daranno ragione. (Henry Ford)
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La cavità è completamente occlusa e non si distingue la galleria di entrata che è ormai sepolta. Sto aumentando il numero di sondaggi da 7 a 10 per definirne meglio la geometria. Lo strutturista è orientato per una platea (da estendere sino all'esterno della cavità) poggiata su pali perimetrali spinti sino alla base della cavità. Tuttavia mi chiedevo fin dove devo estendere i miei studi (ho pensato anche a riprese con telecamera da calare nei fori dei sondaggi) e il mio giudizio di fattibilità visto che progettista e strutturista sono ben decisi a procedere alla messa in opera e ritengono l'intervento ampiamente fattibile?
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Il consolidamento della volta, è stata la mia prima ipotesi, ma è quasi impossibile da realizzare visto che si dovrebbe creare un varco sufficentemente ampio a ben 15 metri di profondità
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Ciao, se ho capito bene hai una stratigrafia con: 5 metri di piroclastiti 9 metri di ghiaie alluvionali 1 metro tufo 10 metri di cavità 1 metro di suolo della cavità ----tufo litoide In poche parole la volta di tufo giallo è di solo 1 m. Credo che la cosa più sana sia delocalizzare l'opera, ma se si deve proprio fare è bene tener di conto che le ghiaie possono essere iniettate consolidandole e creando così una discreta fondazione. Il dubbio è che se esiste connessione fra ghiaie e cavità, alla 30 betoniera ti può sorgere il dubbio che stai saturando la cavità e non le ghiaie....costoso direi! Apparte gli scherzi, prova a fare una analisi agli elementi finiti....puoi avere un'idea della distribuzione delle tensioni....occhio ai moduli elastici, in questo caso sono fondamentali! Il modello deve essere sufficientemente largo da vedere gli effetti laterali e non avere effetti di bordo! Poi una serie di barre o pali inclinati verso il centro possono aiutare il tutto, ho fatto una cosa simile per una galleria superficiale in zona urbanizzata, li avevo una stratigrafia inclinata e favorefole a spostamenti unidirezionali. Credo che le barre sia meglio si incontrino prima della cavita! La cosa, fra indagini e risoluzione, qualunque essa sia, mi pare costi tanto rispetto all'edificio...mi pare svantaggioso costruire la! Infine testi la cosa nel software e, sapendo cosa fai, valutarne il risultato. I software sono belle bestie, ma se non si sa cosa si sta facendo è meglio lasciarli stare! Bel caso, sarebbe da lavorarci su....comunque se l'edificio si deve proprio fare, anche un bel "effetto S. Gennaro" credo ti sia indispensabile!
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In tutta onestà dopo avere effettuato ben 9 carotaggi, 6 spt nel banco di tufo, una down-hole e descritto nei minimi dettagli tutte le variabili credo che il problema sia giusto lasciarlo al progettista e allo strutturista. Pienamente d'accordo sullo svantaggio dell'esecuzione dell'opera.
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Sei sicuro che siano solo fatti del progettista ? Anche io mi sono trovato a dover fare una Relazione per una grande opere posizionata sopra una cavità (galleria ferroviaria).
Per fortuna trattasi di un silos interrato e tra esso la la volta ci sono 8 mt di duro calcare. Ma se dovesse cedere il tutto (la toccata è d'obbligo.. visto che l'opera non è ancora stata fatta), credo proprio che potrei avere dei grossi impacci. Dopo tutto si trattarebbe di un dissesto. Anche io ho fatto bucare l'area come 'na gruviera (assai rischioso perchè il rilievo topografico non era mio... ma è andato tutto bene.. nessun treno si è lamentato!) ed alla fine ho valutato (senza troppi problemi) la fattibilità dell'opera. Ma se invece del buon calcare compatto ci fosse stato 2/3 mt di argillite fratturata avrei dovuto prendere una differente posizione o sarebbe bastato attestare il problema? Nel senso: "ci sono le argilliti, è una schifezza! Sappiatelo!" oppure "non si può fare, il rischio è troppo elevato!"
Faccio questo intervento non per mettere dubbi a Ferry ma perchè mi sono posto questo problema prima di iniziare le indagini. Mai fasciarsi la testa prima di essersela rotta...
Ultima modifica di Bonaria; 05/03/2009 15:17.
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N.T.C. 14-1-2008: ".... 6.2.1 CARATTERIZZAZIONE E MODELLAZIONE GEOLOGICA DEL SITO La caratterizzazione e la modellazione geologica del sito consiste nella ricostruzione dei caratteri litologici, stratigrafici, strutturali, idrogeologici, geomorfologici e, più in generale, di pericolosità geologica del territorio. In funzione del tipo di opera o di intervento e della complessità del contesto geologico, specifiche indagini saranno finalizzate alla documentata ricostruzione del modello geologico. Esso deve essere sviluppato in modo da costituire utile elemento di riferimento per il progettista per inquadrare i problemi geotecnici e per definire il programma delle indagini geotecniche. Metodi e risultati delle indagini devono essere esaurientemente esposti e commentati in una relazione geologica. ...."
Quando avrò finito la relazione indicherò il sito ad elevato rischio e non leggo nella norma perché debba essere io ad indicare le soluzioni progettuali non essendo io geologo ne progettista ne strutturista. Poi se si vogliono eseguire pali, riempire tutta la cavità o fare il ponte sullo stretto di Messina, non è di mia competenza. Io geologo come dice la normativa: dopo avere eseguito le mie indagini geologiche devo solo ottemperare ad essa ed esprimere una valutazione sulla pericolosità generale dell'area (che in questo caso indicherò elevata). Poi come mettere in sicurezza l'area e la sua opera è una competenza del progettista e dello strutturista.
Io la cavità l'ho rinvenuta, l'ho definita e, non essendo stato omissivo, non vedo perché mi devo assumere le responsabilità di chi l'opera intende comunque realizzarla.
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ed infatti neanche io mi sognerei di proporre soluzioni progettuali (almeno non in questo caso).
"dopo avere eseguito le mie indagini geologiche devo solo ottemperare ad essa ed esprimere una valutazione sulla pericolosità generale dell'area "
Naturalmente, benchè elevata, la pericolosità del tuo sito non pregiudica la fattibilità dell'opera. Io mi sono chiesto invece: se la pericolosità fosse tale da determinare l'incompatiiblità dell'opera, il geologo è tenuto a certificarla?
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E' una possibilità. Ma ci dovrebbero esserci degli elementi certi ed inequivocabili difficili da diagnosticare. Con il rischio di pregiudicare al progettista/strutturista l'uso delle tecniche ingegneristiche per la soluzione del problema. Altrimenti avrebbe senso di parlare di sistemazione di una frana o interventi di protezione civile. Tanto vale sgombrare tutto. Vorrei menzionare il fatto che nel mio caso l'area è comunque abitata e tutto il territorio circostante è cavato, indipendentemento o meno dalla presenza dle fabbricato che non credo scarichi le tensioni indotte fino a 15 metri di profondità.
Ecco perché chiedevo qualche spunto (come quello di Ramezza) o ci dobbiamo affidare solo a S.Gennaro?
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Massimo Online1,780 Apr 8th, 2009
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