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riproporrei per tutti questa utile nota discussa anni fa con mccoy e mi sembra anche condivisa nel forum: http://www.intelligentcompaction.com/dow...il%20Moduli.pdfdevo dire che le relazioni di Veermer proposte da Marco mi hanno suscitato qualche perplessità e quindi vorrei approfondire la cosa. george
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La relazione si trova in alcuni articoli e dispense di geotecnica computazionale e sui Plaxis Bullettin, è ovviamente di larga apporossimazione come primo tentativo.
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Mi sorge un dubbio... l'articolo si riferisce a percorsi tensionali da prove triassiali. Mi chiedo se non si possa applicare lo stesso principio alla prova edometrica. Mi spiego meglio fissata la sigma di riferimento che da NTC dovrebbe essere la domanda Ed (nel senso di carichi su cmq) intercetto il corrispondente indice dei vuoti (anzichè epsilon da triassiale) e da li calcolo il valore di Es (utile ai fini di cedimenti immediati).
Che ne dite?
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Ataru, ma tra il modulo edometrico drenato e quello elastico esiste una relazione che puoi tranquillamente impiegare. Prendi come Poisson drenato 0.2 (un valore che si adatta alla maggior parte dei terreni) e trasforma pure l'M nelle condizioni di sollecitazione applicabili nella realtà all'Es, dovresti, almeno in teoria, avere un valore che approssima l'E applicabile a quello specifico stress.
Con coesivi saturi la conversione perde affidabilità perchè diventa molto sensibile al Poisson, ossia una variazione dello 0.01 in Poisson causa significative variazioni in E
"Data speak for themselves" -Reverend Thomas Bayes 1702-1761 P(Ai|E)=(P(E|Ai)P(Ai))/P(E)
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Ciao McCoy... qual'è la relazione che proponi? Comunque io immaginavo di ottimizzare i dati a disposizione da un edometrica,come diceva l'ing. Franceschini alla fine sono tutti moduli secanti quindi se opero come ho descritto sopra, ovvero a partire dalla domanda Ed (carico di progetto su cmq) posso calcolare qual'è l'incremento di tensione ad una certa profondità e quindi, per ogni tipo di terreno della mia stratigrafia, calcolare un modulo secante appropriato (sulla curva sigma,e della prova edometrica svolta per le diverse litologie) e conseguentemente una k winkler diverso per ogni terreno non solo in funzione della litologia ma anche dell'effetiva situazione tensionale. Ciò presupporrebbe peràdi avere prove di compressione edometrica per ogni litologia riscontrata il che in genere capita raramente.... ...era per qusto che chiedevo se qualcuno ricordava la relazione approssimata di Terzaghi (Ks=Eed/B) per il calcolo di Ks a partire dal modulo edometrico ...in fin dei conti variazioni anche sensibili del k non producono effetti sostanzialmente evidenti (il k lo si dovrebbe utilizzare solo per le sollecitazioni sulla trave non per i cedimenti).
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Se utilizzi l'edometrica puoi fornire un Kw a lungo termine, ed in terreni permeabili questo coincide, agli effetti pratici, al Kw a breve termine. Basta sosituire ad Es il modulo edometrico nella formula di Bowles.
Se non ricordo male Viggiani utilizza il modulo edometrico nella stessa formula o simile
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Era Viggiani...ho trovato le dispense. Comunque considerando che il valore del modulo edometrico dipende dalla tensione verticale e che questa ha un legame con il sovraccarico generato dalla costruzione mi chiedo qual'è il valore più appropriato da inserire nelle formule per il calcolo del kw delle varie litologie ed alle varie profondità.
Ultima modifica di ataru_moroboshi; 27/04/2010 21:35.
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il modulo corrispondente alla tensione verticale+carico fondazionale: questo sarebbe il tuo M modulo edometrico, che poi trasformi in E (Young). Qui però nasce un dubbio con le NTC: è corretto procedere alla statistica (distribuzione di student)per i valori del modulo dal piano di posa fondazioni fino al letto dello strato omogeneo? Cioè: vale il modulo mediato con quelli nel bulbo di influenza per litologia omogenea?
Per Marco e mccoy penso che il modulo E50 che si legge nelle pubblicazioni di plaxis, serve a caratterizzare uno strato omogeneo in presenza di un solo dato (o pochi); per cui se si ha una prova nello strato si considera E50 come valore di riferimento dello strato. Ma questo concetto mette in crisi il fatto che il modulo è dipendente dallo stato tensionale e non dovrebbe essere uno solo per strato. Non siete d'accordo?
saluti Massimo
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esatto max...è proprio questo il concetto... il valore del modulo Ed e quindi di Es e di Kw non è costante ma dipende dalla profondità (intesa come tensione verticale ad una certa profondità indotta dal carico fondazionale). Pertanto se dispongo di prove edometriche sarebbe agevole ricavare tale valore di Ed (e gli Es e Kw conseguenti) ad esempio a metà strato in relazione alle tensioni indotte o se lo strato è molto potente differenziarlo in base ad intervalli. Le prove penetrometriche (e relative correlazioni per la stima di Ed) permettono di limitare questa approssimazione permettendo di distinguere geotecnicamente più strati anche in quelle litologie che per forza di cose (ad esempi limi sabbiosi con livelli prevalenti a luoghi limosi e a luoghi sabbiosi) dai sondaggi siamo costretti ad "accorpare" in un unico orizzonte geotecnico.
In fin dei conti beccare il campione significativo da portare in laboratorio può essere una lotteria.
ma arrivati a quest'ora direi sia il caso di rimandare la discussione a domani...la notte porta consiglio
sicchè notte a tutti
Giovanni
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