Stimolato dai colleghi, ho cercato citazioni in rete della famosa correlazione di Palmer e Stuart del 1957 e salta fuori che la punta conica fa discutere parecchi colleghi, in Italia e fuori.
Con Google ho trovato un'indagine eseguita in Perù nel 2002
(www.minem.gob.pe/archivos/camisea/estudi...co%20Marino.doc) dove si citano vari coefficienti correttivi per ridurre i valori delle prove effettuate con punta conica e compararli con quelli delle prove effettuate col campionatore standard.
Palmer e Stuart (1957) hanno introdotto l'uso della punta conica al posta della scarta tagliente per effettuare prove un terreni contenenti ghiaia e ciottoli e sugeriscono un coefficiente correttivo con un "valore superiore a 1" (bontà loro) mentre Shultze e Knausenberger (1957) suggeriscono un coefficiente correttivo di 1,25. Per Mohan et al (1970)un coeffiente pari a 2 appare eccessivo e sono più propensi ad un valore del coefficiente di 1,3.
Ah dimenticavo! Su "L'Indagine Geotecnica" di Tanzini è riportato un paio di grafici di Thornburn (1986) "...ha mostrato che nei terreni a grana grossa l'impiego della punta conica comporta un aumento di resistenza alla penetrazione anche del 100%" il tutto supportato da 2 grafichini senza valori nè diprofondità nè di numero di colpi in sabbie sciolte e sabbie dense.
L'impressione è che sono talmente tante le variabili che inflluenzano questa prova che un qualche coefficiente per ridurre i parametri e mettersi al sicuro si trova sempre.
Più difficile è capire a quali condizioni di prova (presenza di falda, granulometria) e a quali granulometrie vada applicato questo o quel correttivo, in particolare quello per l'uso della punta conica con angolo di apertura di 60° che se si va a caraatterizzare ghiaie medie e grosse può incontrare qualche problema.
Il Large Penetration Test non è ancora così diffuso nei lavori di taglia medio-piccola.