Mi sembra che per le zone che menzioni, un picco a 0.8 Hz sia piuttosto comune (se non a 0.8, in un range tra 0.7 e 1.1 Hz.)
Infatti, e mi piacerebbe sapere a cosa corrisponde sul serio!!!
Ricordo che a un seminario si disse che d'inverno le misure riuscirebbero meglio per via delle tempeste nel Mar del Nord che "illuminerebbero" meglio il sottosuolo, mentre con le calme estive il campo dei microtremori risulterebbe meno "ricco" in termini di frequenze basse, con conseguenza che i picchi a minore frequenza potrebbero non risultare evidenti.
E su questo ho sentito con le mie orecchie seri professori di geofisica farsi parecchie risate...
Se vogliamo poi richiamare la documentazione SESAME, mi sembra che da qualche parte sia scritto, tra le altre cose, che è preferibile effettuare registrazioni più lunghe, suddividendole in finestre più ampie (più degli ordinari 20 secondi), qualora si volessero investigare contrasti di impedenza profondi.
E infatti io utilizzo regolarmente finestre parecchio più ampie e sovrapposte per il 10%
Penso inoltre che la maggiore o migliore ampiezza del picco possa anche dipendere dai parametri assunti nell'elaborazione del grafico (tapering, lisciamento, ecc.) sui quali spesso non si hanno le idee molte chiare (potrebbe essere un argomento per un seminario di approfondimento, magari on line...)
Visto che è qualche anno che mi diletto con con strumenti di questo tipo ho provato un pò tutte le combinazioni con 3 diversi programmi di interpretazione.
L'ampiezza del picco è poco influenzata dalle elaborazioni (ovviamente a parità di condizioni) e SICURAMENTE non fa passare a un valore 3 un picco da 1.5!