In merito a questa interessantissima (anche se un po' datata) discussione, di seguito riporto alcune frasi contenute nel capitolo 3 del testo di Giancarlo Dal Moro intitolato "Acquisizione e analisi di dati sismici e vibrazionali per studi di caratterizzazione sismica e geotecnica":

omissis
Vogliamo scendere a 0,1 HZ? Oltre ad avere un sensore/geofono con delle curve di risposta appropriate (concetto che poco o nulla a che fare con la frequenza propria dei geofoni), dovremo fissare una finestra di analisi che consenta a una componente di 10 s (cioè 0,1 Hz) di avere 10 cicli.

...
C'è molta confusione (generata come sempre da scarse o nulle basi teoriche) riguardo ai geofoni necessari per determinare con la necessaria accuratezza la curva HVSR alle frequenze più basse. Per determinare in modo corretto il rapporto H/V a una certa frequenza è necessaria un'unica condizione: che le curve di risposta dei tre sensori siano identiche.

...
Consideriamo il caso in cui si abbia un triassiale con 3 geofoni con frequenza propria di 4,5 Hz in cui le tre curve di risposta sono perfettamente identiche su un amplissimo intervallo di frequena (0,2 - 100 Hz). In questo caso il rapporto spettrale H/V sarà corretto lungo tutto l'intervallo di frequenze. Non si deve confondere la frequenza propria del sensore con il fatto che i tre sensori abbiano (o meno) la stessa curva di risposta.

...
Un committente/bando che richiedesse l'utilizzo di geofoni con frequenza propria di un certo tipo darebbe solo dimostrazione di non avere la benché minima idea di cosa sia un HVSR...

...
Esistono pessimi geofoni da 2 Hz (con curve di risposta tra loro sballate) e ottimi geofoni da 4,5 Hz con curve di risposta assolutamente identiche che consentono di ottenere rapporti spettrali assolutamente puntuali.
omissis