Cose mai viste!
ma nessuno ha detto alla compagnia che si trovano in una zona di convergenza e che il rischio andava valutato a priori
il gas mahh!
con tutta quella energia potevano pensare a un campo geotermico o magari ad un nuovo tipo di sfruttamento.
certo che per la compagnia è stata una bella Isorpresa ritrovarsi in una perforazione del fango ad alta temperatura.
chi sa cosa hanno pensato i sondatori nel ritrovarsi del fango bollente.
un dubbio mi viene: ma non si sono resi conte che stavano entrando in una zona con un forte gradiente termico.
altro che protezione civile bastava un semplice geologo per valutare le stratigrafie e decidere sulla perforazione.
cmq. per gli amanti delle catastrofe questa è una nuova ed originale da annoverare negli annali delle catastrofe
Si e' visto, per non allontanarci dall'Italia, a Trecate il 28 marzo 1994 ed e' un evento che puo' accadere.
Il rischio viene sempre valutato a priori e di solito questo genere di incidenti non dipende da errata progettazione, ma da errata esecuzione del pozzo. Non avviene molto spesso perche' di solito chi perfora non commette sbagli cosi' grossi, visto cosa viene a costare alla fine.
A Trecate mi e' stato detto che la cementazione della prima colonna non ha tenuto, quindi quando hanno finalmente chiuso il BOP, l'eruzione e' continuata al suo esterno, fra la tubazione ed il terreno. Prima c'erano stati problemi con la batteria di perforazione (rotta un'asta in un RIH dopo una sostituzione di scalpello) affrontati nel modo sbagliato. Per cui di errori non ce ne e' stato uno solo, ma fu una catena di indecisioni, decisioni e manovre errate che porto' all'incidente, risolto in breve tempo per pura fortuna (una frana blocco' l'eruzione).
La Protezione Civile non ha le competenze per chiudere un pozzo in eruzione (in Italia non credo ci siano specialisti che le possiedano e di sicuro non lavorano per la Protezione Civile, visto gli stipendi che possono strappare nell'industria privata) e non ha le attrezzature necessarie.
E mi sembra giusto cosi', visto che l'eventualita' che ci sia bisogno di un simile intervento e' cosi' bassa che non giustifica il costo dell'addestramento del personale e dell'acquisto delle attrezzature.
Perfino l'ENI si rivolge a terzi.
Quanto al fango ad temperatura elevata, i perforatori di solito non si stupiscono di trovare temperature elevate a qualche migliaio di metri di profondita', e' il normale gradiente geotermico.
Infine il "geologo di cantiere" non esiste nell'olio. Esistono specialisti, addestrati ognuno per un proprio compito ben preciso, che sanno cosa fare e che "work procedures" seguire, compreso chi allertare, in caso di emergenza.
Il mondo dell'olio e' completamente diverso da quello che siamo abituati a vedere come professionisti in Italia. Molto specializzato e molto settorializzato. Non esistono figure "jolly" e non e' permesso a nessuno occuparsi di qualcosa che non sia compreso espressamente nei suoi compiti e per cui non sia stato specificatamente addestrato e certificato.